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POEMA RICICLABILE

 

 

MINACCE DALLA NATURA:

Nèmesi sotto controllo

Dalla Morte Nera a Magellano, da AIDS a…?

Balli di Natura

 

MINACCE DALLA NATURA

 

 

Nèmesi  sotto controllo

 

A volte noi leggiamo sul giornale

una notizia molto preoccupante:

quella di qualche corpo siderale,

una cometa, o un grosso masso errante,

 

che s'avvicinerà tra qualche anno

e colpirà gli anelli di Saturno...

Di certo le Cassandre ci diranno

che prima o poi verrà anche il nostro turno.

 

E quando colpirà, nel grande impatto,

in un momento noi saremo… ex,

e faremo la fine che hanno fatto

il Bronto- ed il Tyrannosaurus Rex.

             

Infatti, come dice il calendario

Delle Ere geologiche (gli eoni),

al confin tra il Cretacico e il Terziario,

sessantacinque (in anni, di milioni)

 

addietro, ci ha colpito una cometa

enorme, pare, come una montagna,

un miscuglio di polveri e di creta,

laddove in mare il Messico si bagna.

 

Cadde, e ci fu una grande esplosione,

che, distruggendo quell'enorme massa,

diffuse in cielo un tale polverone

da nascondere il sole un anno e passa.      

 

Moriron tante piante, decretando

la fine amara di un lucertolone

ch'era cresciuto troppo, sol mangiando

degli interi boschetti a colazione.

 

Morendo lui, si ruppe la catena

del cibo, e quindi pure il nostro Rex

alla fine rimase senza cena,

gli cadde un'erre, e fu da allora Ex.

 

Lasciando molti semi nel terreno,

le piante non morirono del tutto:

uscito il sole (dopo un anno almeno)

riapparvero la foglia, il fiore, il frutto.

 

Mentre i lucertoloni colossali,

eran defunti tutti, ormai, là fuori,

usciron dalle tane gli animali

rimasti, dei minuti roditori

 

che, per il fatto d'essere mammiferi

mangiare semi, andare un po' in letargo,

e avendo naturali caloriferi

fecer l'amore, e poi… presero il largo.

 

Più in là nel tempo, in capo a qualche eone,

quei mammiferi usciti dalle tane,

nel lento corso dell'evoluzione,

divennero, alla fine, scimmie umane.

 

Questa estinzione, detta K-T,

è forse solo quella più famosa

ma non la sola: come lei così

pare che ce ne siano state a iosa.

 

Insomma, pare che ogni qualche eone

giunge un fattore esterno, una cometa,

o un pianetino, e causa l'estinzione

di molta della vita del pianeta.

 

Considerando questo fatto… esotico,

la scienza ne ha studiato anche i criteri,

ed ha scoperto un ciclo periodico

dei fossili e persino dei crateri

 

d'impatto, come quelli della luna.

Par ch'ogni ventisei milioni d'anni

Un paio di comete, o almeno una,

cadano su di noi, facendo danni,

 

e la ragione di quest'anatema

pare che sia una stella o un pianetone

che, quando s'avvicina qui al sistema

solare, fa un bel po' di confusione

 

nell'ordine esistente, che si sfascia,

mandando verso il sole i pianetini

della nube di Oort, di quella fascia

di comete, che stanno ai suoi confini.

 

Il nostro sole, insomma, è stella doppia,

e gli uomini di scienza hanno già dato

un nome all'altra stella della coppia,

al compagno che ancor non han trovato:

 

è Nèmesi, la dea della Vendetta,

che punisce i superbi, a ricordare

che chi è salito in alto, sulla vetta,

si troverà domani in fondo al mare.

 

Come i tremendi sauri del passato,

che si son ritrovati, un bel mattino

(per loro proprio un brutto giorno è stato),

a passar la staffetta a Topolino.

 

La nostra sorte, dunque, è già segnata?

Dobbiamo già segnare sul diario

la data in cui saremo una frittata?

Non così presto! Infatti il calendario

 

è un po' lunghetto: Nèmesi attualmente

è assai lontana, ovverosia all'afelio,

(per questo non la trovano per niente).

Perché ritorni ancora al perielio,

 

e torni a far casino, e molti danni,

dovran passare, calcoli alla mano,

almeno tredici milioni d'anni,

un giorno certamente assai lontano.

 

Allor l'abbiam sfangata? Mica tanto!

Il pericolo resta, solo… altrove,

anzi direi che sta qui, proprio accanto:

non lontano da noi, tra Marte e Giove

 

vagano mille e mille pianetini,

asteroidi chiamati. Per fortuna

la maggior parte sono piccolini,

(Cerere, il grande, è un quarto della luna),

 

e, soprattutto, restano là quieti,

vagando nella fascia asteroidale,

compresa, appunto, tra quei due pianeti,

e non verrano a farci mai del male.

                                          

Ma per altri è diverso il mio discorso:

Icaro incrocia, e lo fa pure Apollo,

l'orbita della Terra nel percorso,

e può caderci qui, tra capo e collo.

 

Niente paura! Astronomi e scienziati

proprio per questo stanno sempre all'erta.

Osservano, raccolgono dei dati,

e ci diranno, in caso di scoperta,

 

il giorno, l'ora ed il minuto esatto

in cui avverrà l'infausta collisione.

Perfino il punto esatto dell'impatto

potranno dir con grande precisione

 

e, si spera, con tempo anticipato

di molti anni, o almeno settimane.

Allora tutti gli Uomini di Stato

la smetteranno di piantare grane,

 

e, discutendo insieme sul da farsi

(non a parole) per salvare il mondo,

dagli scienziati andranno a consultarsi,

i quali gli diranno chiaro e tondo

 

che l'unica speranza è di spostare

l'orbita di quel grosso masso oscuro:

un secondo di grado può bastare.

Un paio è meglio. Tre, più che sicuro.

 

L'unico modo è quello di lanciare

centinaia d'Atomiche, sì – dico -

dar fondo all'arsenale nucleare,

giacché stavolta è chiaro chi è il nemico.

 

E allora Russia, America, e anche Cina

lanceranno le bombe a più non posso

contro quel  "coso" là, che s'avvicina

per imperdire che ci caschi addosso.

                                

Che "fuochi artificiali"! Una gran festa,

per spostar la sua orbita quel tanto

che basti a far che non ci cada in testa,

ma che ci passi "solamente" accanto.

 

Faranno, insomma, un uso assai più pratico                                   

di quegli ordigni, nati per la guerra,

e li useranno in modo… democratico,

per una volta, per salvar la Terra!

 

 

 

 

Dalla Morte Nera a Magellano,
da AIDS a…?

 

Esistono memorie leggendarie

come il Diluvio, Ghilgamèsh Sumero,

Atlantide, ben nota, e storie varie,

che ci fanno pensar che c'è del vero

 

nella supposizione che in passato

c'è stata forse più d'un'estinzione.

Ma  l'uomo allor non era ancora nato,

come si fa a saper s'è un'invenzione,

 

se tutto questo è fantasia pura

di gente che in passato ebbe la boria

di scrivere per metterci paura?

Limitiamoci a leggere la Storia:

 

è l'anno del Signor mille e trecento

quarantasette - narro un fatto vero -

nel corso dell'assedio assai violento

di Caffa, sulle rive del Mar Nero,

 

con l'intenzione d'ammazzarne tanti,

costringendo alla resa gli assediati,

catapultano i Tartari assedianti

oltre le mura corpi d'appestati

 

(cosa, tra l'altro, che dimostra pure

che, nonostante quello che si dica,

queste "Guerre Biologiche future"

sono una storia, invece, molto antica).

 

Resistettero i prodi Genovesi,

i Tartari tornarono in oriente,

e i Nostri, allora, alzarono i pavesi

facendo vela verso l'occidente,

 

ma, navigando a bordo dei velieri,

si salvarono pur dalle tempeste,

sbarcando sani e salvi, i ratti neri

portatori del germe della peste

 

che, oltrepassando i fiumi sopra i ponti,

conquisero il paese europeo

e, come disse Omero in bocca al Monti,

per cinqu'anni volâr pel campo acheo

 

le divine quadrella, che alla tomba

anzi tempo portaron tanta gente.

Fu un'ecatombe, peggio della Bomba,

che un terzo cancellò del continente.

 

All'inizio cercaron l'assassino,

ma invece d'incolpar quei ratti…mozzi,

incolparon "diversi" lì vicino,

streghe ed Ebrei, d'avvelenare i pozzi,

 

ma poi si vide che la pestilenza

uccideva sia vecchi che bambini

e non faceva alcuna differenza

tra i musulmani, i preti ed i rabbini.

 

La gente poi, tra l'altro, si chiedeva

in tutta Europa, in mezzo a quell'inferno:

"Dov'è la Chiesa, che si supponeva

che intercedesse presso il Padreterno?".

 

Perché, se pur sei uno che ci credi,

t'accorgi che non sono buoni a niente

tutti 'sti preti, quando vivi e vedi

che non sanno salvare il continente.

 

La peste fu una mini-estinzione.

Chi sopravvisse, dopo la bufera

aveva ormai imparato la lezione

ed era pronto per la nuova era.

 

Mutarono letteratura e scienza:

prima della gran peste il "benpensante"

credeva all'Aldilà, alla Penitenza

e c'era ancora gente come Dante

 

che, filosofeggiando un po' a casaccio,

metteva ognuno dentro il suo girone.

Dopo, misero i figli del Boccaccio

in pratica quel suo Decamerone

 

(ricordate la storia di Chichibbio,

il cuoco che andò a caccia della gru?):

La vita è bella, ed anche corta, cribbio,

e finché c'è, godiamocela, orsù!

 

Meno gente - più cibo e più lavoro:

fu morto il Medioevo, e in un momento

incominciò la nuova Età dell'Oro

chiamata poi da noi Rinascimento:

 

un secolo di arte e d'ottimismo.

Il commercio si fece assai fiorente

per sopperire al nuovo consumismo.

Come portar le spezie dall'Oriente

 

senza pagar gabella al Gran Sultano

che bloccava la strada per la Cina?

L'Europa fu disposta a andar lontano

per aver sempre il pepe giù in cucina:

 

"Giacché, bisogna l'Africa aggirare,

i più vicini sono i Portoghesi,

e giacché qui è question di risparmiare,

gli daranno una mano i Genovesi!".

 

Trent'anni in tutto: Dias, Vasco Da Gama

aprirono la rotta per l'Oriente.

Colombo, per andare a…Yokoama,

scoprì, si sa, quel nuovo continente.

 

Pochi anni ancora, e giunse Magellano,

che portò le scoperte fino in fondo.

Ottenute le navi da un sovrano,

partì per fare il giro attorno al mondo,

 

ma, ahimé, morì laggiù alle Filippine

e il viaggio non finì, per sua disdetta,

ma noi sappiam della sua triste fine

da un Italiano: Antonio Pigafetta.

 

Ordunque, che impariamo, in conclusione?

Che in centocinquant'anni, un certo evento

definibile mini-estinzione

con la morte portò il Rinascimento.

 

La Peste Nera, certo un gran macello,

distrusse quell'Europa feudale,

- l'economia centrata sul castello -

creandone una nuova, ormai globale.

                                 

 

 

Lasciatemi rifare 'sto discorso

parlando degli eventi del futuro,

anche se tanto tempo è ormai trascorso

e il mondo è assai cambiato di sicuro.

 

Il detto che la Storia si ripete

è un detto un po' ritrito, son sincero,

probabilmente voi non ci credete,

eppure in questo detto c'è del vero,

 

basta osservare il quadro generale

senza guardare ai meri fatti soli

e ragionare con un po' di sale,

evitando di essere pignoli.

 

Scordatevi un momento un po' le date,

facendo invece qualche analogia

ed ecco che di botto constatate

che si ripete – eccome! - (mamma mia!):

 

 

 

è il millenovecento ottantuno.

Los Angeles. Segnala un ospedale

la Pneumocisti e morte di più d'uno

tra la comunità omosessuale.

 

Poco dopo fu il turno dei drogati,

e della gente con l'emofilia

poi vennero i… normali ammalati

e si parlò di nuova epidemia.

 

Si scoprì che patogeni virali

uccidevano proprio i linfociti

di tipo T, le cellule vitali

predisposte a difesa dei colpiti.

 

Il virus nuovo, HIV chiamato,

distruggeva il sistema immunitario

non solo,  ma il patogeno efferato

era un virus di quelli "all'incontrario":

 

uno di quelli che si può installare

nei geni umani, e quindi all'occasione

potrebbe anche sparire, e "ricicciare"

soltanto dopo una generazione.

 

La nuova pandemia la tiene dura:

nonostante gli sforzi, gli scienziati

non hanno ancor trovato alcuna cura

e l'AIDS fa ancora vittime e malati.

 

Che sia ben chiaro: cura è solamente

l'una di due: un vaccino che impedisca

che s'infetti de novo sana gente

e un farmaco che, assunto, presto agisca

 

in vivo dentro il corpo del malato,

che contro il virus vinca la partita,

e che, una volta il virus debellato,

rimanga l'ex-malato ancora… in vita.

 

Trattandosi d'un un male infettivo

altro non c'è: checché ve la si dica,

tutto il resto è soltanto un palliativo,

aiuta forse, ma non cura mica.

 

Vorrei portarvi adesso alcuni dati,

che domani saranno assai diversi,

per cui siete fin d'ora autorizzati,

a ritoccare alla bisogna i versi.

 

Il virus, così è stato calcolato,

dopo trent'anni dalla sua scoperta

venticinque milioni ha già falciato,

ma questa stima è invero molto incerta

 

e soprattutto pecca per difetto,

perché nessuno sa poi veramente

dirci se il mondo era già prima affetto,

e quindi abbia ammazzato ancor più gente.

 

Trentacinque milioni di persone

la stima degli infetti in tutto il mondo,

ma pure qui rimane la questione

se il numero sia vero, o… verecondo:

 

chi è malato, si sa, se ne vergogna

e teme di finire ostracizzato,

perciò non lo racconta, e alla bisogna,

lo tiene addirittura ben celato.

 

Inoltre l'AIDS è diffusa specialmete

in quei paesi sottosviluppati,

l'Africa Nera, dove certamente

è difficile aver precisi dati.

 

Il discorso, purtroppo, è troppo lungo

e sarebbe palloso e assai complesso

scriverlo in versi, quindi solo aggiungo

che stando a quanto ne sappiamo adesso

 

ci sono segni che in futuro il male

potrebbe contagiare tanta gente

con una curva quasi esponenziale

senza che noi potremo farci niente.

 

E s'anche troveremo questa cura

contro l'epidemia che ormai dilaga,

 - questo vaccino - poi chi ci assicura

di produrne abbastanza? E chi… lo paga?

 

Ammesso (e non concesso) che la scienza

trovi la soluzione, nondimeno,

comincerà il discorso "convenienza",

e, discutendo, perderemo il treno.

 

I cinici diranno: "è l'occasione

per disfarci dei sottosviluppati",

ma questa è una malvagia illusione,

perché si sa che i popoli arretrati

 

son anche migratori, e non c'è niente

che può fermare il loro andar per via,

portando a settentrione e ad occidente

col sangue nuovo, qualche malattia.

 

E forse si ripeterà la Storia:

per conquistare il Continente Rosso

l'Europa non usò certo la gloria,

usò l'Arma Biologica di grosso:

 

la vite di Noè, perché gli Indiani

non furono sconfitti dai soldati,

ma finirono schiavi nelle mani

di chi li aveva resi alcolizzati.

 

Ma la vendetta giunse anche per loro:

l'America rispose a quell'attacco

non solo con il mais ed il pomodoro,

ma col Male Francese e col tabacco.

 

La Storia si ripete? Fino a ieri

i negri erano schiavi dei "civili".

Strappati dalla terra dai negrieri,

furono usati per lavori vili.

 

Ma ora è reso quel ch'è stato dato,

e l'Africa regala al mondo intero

una vendetta a scoppio ritardato

dello sfruttato Continente Nero.

 

 

Siam dunque sulla soglia del burrone?

Con quest'AIDS che dilaga in tutto mondo,

s'avvicina la mini-estinzione

che ci trascinerà di nuovo in fondo?

 

La Peste e l'AIDS presentano un po' in tutto

molto più di "una certa somiglianza",

però bisogna dir che dopotutto

ci resta in ogni caso una speranza:

 

chi resterà, in un mondo spopolato

avrà lavoro, soldi e nutrimento

e arriverà perciò ben preparato

al… chiamiamolo "Neo-rinascimento". 

 

Se è vero che la Storia si ripete

i nostri discendenti, bruni o biondi,

non avranno più fame, solo sete

d'esplorare chissà che nuovi mondi.

 

 

 

 

Balli di Natura

 

Ai tempi che io ero un ragazzino,

s'andava spesso in gita a primavera.

Si partiva domenica al mattino

e si tornava sempre a tarda sera.

 

E nel ricordo di quei tempi belli,

stipati nella nostra "seicento",

andavamo, alla volta dei Castelli

mamma, papà e noi figli, a cuor contento.

 

Nel bagagliaio, il "cesto-merendine"

che si portava sempre all'occasione:

non mancavano mai le fettuccine,

l'insalata, la frutta di stagione

 

ed i panini con salame o tonno.

E per saper se aggiungere l'ombrello,

si domandava come sempre al nonno

se prometteva pioggia o tempo bello.

 

È vero, c'eran già le trasmissioni

(in bianco e nero), e il colonnel Bernacca

ci faceva di già le previsioni

vestito come sempre con la giacca,

 

ma con tutto il rispetto al suo sorriso,

ai gradi, ed alla "nebbia in Val Padana",

il nonno era di certo più preciso

in quanto a nubifragi e a tramontana.

 

La ferita di guerra gli doleva?

Grandine o pioggia - poco ma sicuro -

a prescinder da quello che diceva

il barometro appeso là sul muro.

 

Da allora, molte cose son cambiate

nel campo della Meteorologia,

le previsioni sono più azzeccate,

e questo grazie alla tecnologia:

 

satelliti  in orbita polare

mandano informazioni alla stazione,

dove i dati son pronti a calcolare

computer velocissimi in azione.

 

Per i programmi fine-settimana

oggi non serve il nonno, come un dì,

perché se arriverà la tramontana

noi lo sappiamo già da martedì.

 

Ma c'è di più, perché questi scienziati,

che lavorano sodo alla stazione,

usando tutti i dati accumulati

fan pure previsioni di stagione.

 

Infatti, lavorando di statistica,

sui dati già raccolti da cent'anni

ci hanno elaborato una casistica

del brutto tempo (e eventuali danni).         

 

Non solo previsioni stagionali

sono capaci di fornirci adesso,

ma addirittura dati pluriennali,

e di tutto il pianeta, nel complesso.

 

È per questo che voi sicuramente

avete già sentito nominare      

un fenomeno noto ricorrente

che avviene assai lontano, in mezzo al mare.

 

Il fenomeno avviene certe annate

nei mari delle coste del Perù

- vi ricordo che lì siamo d'estate -

al tempo del Natale di Gesù,

 

(il figlio di Maria e del carpentiere

che qualcuno considera il patrigno).

Il nome lo potreste  prevedere:

è in Spagnolo "Gesù Bambino" - "El Niño".

 

In quelle zone arriva, proveniente

dalla terra del sud, quella gelata

durante tutto l'anno, una corrente

marina, molto fredda e ossigenata,

 

una combinazione assai felice

col sole delle zone tropicali,

'ché il mare si riempie in superficie

di plancton: alghe e piccoli animali

 

che i pesci molto amano mangiare.

E ne mangiano infatti a piene… mani,

fornendo nel frattempo un gran pescare

ai villaggi costieri peruani.

 

Portati i pesci, poi questa corrente

incontra i forti venti alisei,

gira a sinistra (verso occidente

in direzione "un quarto alle sei"),

 

passando quindi sotto all'equatore

attraversa il Pacifico e alla fine,

assorbendo pian piano del calore,

si estingue là tra Australia e Filippine.

 

Ma ogni tre o quattr'anni (a volte a sei)

l'oceano si riscalda assai di più

e nonostante i venti alisei

il caldo arriva fino al Perù.

 

Brutta faccenda per i Peruani,

perché naturalmente i maccarelli

vanno a mangiare in siti più lontani

e per la pesca non son tempi belli.

 

Tra un Niño e l'altro c'è però un'annata

che il mare è ancor più freddo del normale:

è la Niña, così te l'han chiamata,

che per i pescatori è un carnevale,

 

Non sorprende che i soliti scienziati,

studiando questa stana oscillazione,

insieme agli altri dati accumulati

hanno trovato una correlazione

 

tra Niño, Niña, e il clima dapertutto:

negli "anni-Niño", quando i Peruani,

privi di pesci, restano "all'asciutto"

la siccità colpisce gli Australiani,

 

l'Africa Nera e molti altri posti.

Ma altrove si ricordan nevicate

(fenomeni completamete opposti)

a volte addirittura anche d'estate.

 

Negli "anni-Niña" è tutto all'incontrario:

pioggie in Australia, mentre altrove niente.

Questo ciclo è tutt'altro che arbitrario

e si ripete quasi esattamente,

 

così, se i maccarelli se ne vanno

a San Silvestro, noi sappiamo ormai                  

che tempo fa per quasi tutto l'anno

non solo nel Perù e nel Paraguay,

 

ma anche in Cina, Europa, e più lontano.

E lo sappiamo grazie – bene o male -

al "Paso Doble" sudamericano

che Niño e Niña ballano a Natale.

 

Capiamo la fenomenologia,

ma nonostante quello che vediamo

noi, forse per psicologia,

purtroppo ancora non ce ne fidiamo.

 

è giusto che dobbiam tenere in mente,

guardando questo Ballo di Natura,

che ogni volta è un pochino differente

ed ogni previsione è un'avventura,

 

ma noi faremmo bene ad ascoltare,           

come fece quel saggio Faraone,

che invece di restare lì a sognare

dette retta a una certa previsione

 

che prometteva il bene insieme al male

(qualcuno l'ha chiamata profezia),

d'un Giuseppe che si chiamava uguale

al padre putativo del Messia.

 

è vero, venga detto senza fallo,

che non possiamo tutto programmare,

ma visto che dobbiamo stare in ballo,

tanto vale la pena di ballare.

 

Avete perso la concentrazione?

Per comprendere meglio la sostanza

sospendiamo un momento la lezione,

chiudete i libri, e andiamo un po' in vacanza.

 

Pensate a quelle estati di Riccione

che sembran fatte apposta per ballare

con la donna o il ragazzo d'occasione

in una discoteca in riva al mare.

 

Arrivati sul posto, bene o male,

vedendo sulla pista tanta gente,

noi siamo contagiati, e già ci assale

la voglia d'esser "pesci di corrente".

 

Vorremmo, ma però ci vergognamo,

e ci prende di colpo la paura

perché i passi dei balli non sappiamo

e non faremmo gran bella figura.

 

Il ballo è certamente uno latino,

ma tra tanti, però, quale sarà?

e noi ci confondiamo un pochettino

tra tango, rumba, samba e cha-cha-cha.

 

All'inizio noi siamo titubanti,

ma poi pensiamo: "Sei venuto apposta,

chi farà caso a te, qui in mezzo a tanti,

ed in fondo, tentare che ti costa?".

 

Un "passo doppio", un giro ed un affondo,

alzi le mani – olé! – con il molleggio…

e lì t'accorgi che sei bravo, e in fondo

credevi di ballare molto peggio!

 

Anche se noi non siamo dei provetti

noi ci accorgiam che tutta la bravura

non sta mica nell'essere perfetti,

ma nel farci guidare da Natura,

 

e mentre noi la musica ascoltiamo

provando i passi in mezzo a tanta gente,

ecco che d'improviso ci accorgiamo

che noi ci siamo fusi con l'Ambiente.

 

Il discorso che in discoteca vale

è valido parlando anche del clima:

quando Madre Natura dà un segnale

dicendo "Attenti! Ve lo dico prima…"

 

è come se dicesse: "Uomo avvertito -

mezzo salvato, quindi provvedete!

C'è siccità in programma. Avete udito?

Se voi sprecate l'acqua, avrete sete!

 

La pioggia odierna è solo un'illusione:

Non sprecate tropp'acqua nelle sagre,

ma fate come fece Faraone,

che fu avvertito delle vacche magre".

 

Purtroppo l'Uomo ha questo brutto vizio

di sentire, però senza ascoltare,

ed invece di agire con giudizio,

alla fine poi fa come gli pare.

 

Il padrone del mondo lui si crede,

crede di avere tutto nelle mani,

crede nell'Oggi-Adesso, ma non vede

ad un palmo dal naso nel Domani.

 

Invece di ascoltare la Natura

e di ballare insieme all'Ambiente

lui balla la sua propria partitura,

un ballo che non c'entra proprio niente.

 

Costruisce, distrugge, sposta, inquina,

brucia foreste, non ricicla, spreca,

preparando, però la sua rovina.

Pensate ancora a quella discoteca:

 

se tu, arrivato, invece di ballare

continui a dar le spinte a un'altra coppia,

tu non ti devi poi meravigliare

se un bel momento un cavaliere scoppia

 

e imprecando, magari in Romagnolo,

ti molla giustamente un pugno in faccia,

o se Eva ti molla e resti solo,

rimurginando sulla figuraccia.

 

Noi diamo troppe spinte alla Natura,

invece di ballarci in armonia

e convinti di fare una bravura

facciamo, invece, una… cacofonia.

 

Non vi siete convinti a sufficienza?

Andando avanti noi vederemo adesso

quali minacce l'Uomo con la Scienza

sa creare da sé, contro se stesso.

 

 

 

Segue: MINACCE DALL'UOMO

 

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