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POEMA RICICLABILE

 

 

LO SFRUTTAMENTO:

Ma questo Sfruttamento, che cos'è?

La Saggezza degli Antichi

Natura e Spazzatura

Piramidi

 

LO SFRUTTAMENTO

 

 

 

Ma questo Sfruttamento, che cos'è?

 

Cari nipoti, è giunto ora il momento

di cambiare argomento e di parlare

d'una cosa chiamata Sfruttamento:

Che cos'è? Cosa fa? Che può causare?

 

La mia definizione generale

di Sfruttamento è: "prendere da un altro

qualcosa di valore ben reale,

ed essere al contempo così scaltro

 

da dare all'altro poco o niente in cambio,

(anche se a quello spetta di diritto),

e quindi, nell'azione dello scambio

fare in genere pure un buon profitto".

 

Già v'avverto che la definizione

così com'è, è parecchio limitata,

e non ci spiega ogni situazione

a cui potrebbe essere applicata,

 

per esempio, si sa che a "Sfruttamento"

diamo un significato negativo,

ma se ci ripensiamo un momento

a volte invece questo è positivo:

 

è il vecchio caso, noto assai in famiglia,

dove chi dà, lo fa benevolente,

senza chiedere nulla, ma chi piglia

gli dà ben poco in cambio, a volte niente:

 

è il mestiere di fare il genitore.

Ma non soltanto: chi non ha provato

la stessa sensazione nell'amore,

quando l'amore non è ricambiato?

 

Nel Talmùd c'è il proverbio che la vacca

è lei che vuole molto più allattare

(e lo fa sempre, pure quando è stracca)

di quanto il suo vitello vuol ciucciare.

 

Detta in altre parole, la sentenza

dice: "C'è sempre chi è disposto a dare,

ma chi sa dirmi quale differenza

esiste tra il ricevere e il pigliare?".

 

E se chi piglia vuole avere troppo,

ma chi dà non può dare abbastanza,

lo sfruttamento trova qui un intoppo.

Cos'accadrà in codesta circostanza?

 

Fin qui lo sfruttamento tra persone,

che a volte sfocia in vera e propria guerra,

ma le argomentazioni sono buone

pure parlando di Natura e Terra,

 

due cose che sfruttiamo certamente,

anche se qui dobbiam considerare

due modi, l'un dall'altro differente

e che quindi è opportuno separare:

 

Vi siete chiesti mai la differenza

tra mungere una mucca per il latte

e spremere un limone con coscienza

restando con la buccia a cose fatte?

 

Nel primo caso, questa nostra azione

sfrutta la mucca, senza farle male,

e si può far più volte, a condizione

di fornire foraggio all'animale.

 

Ma spremere il limone è differente,

è un atto usa-e-getta, monouso,

il frutto vien s-fruttato veramente:

il limone finisce, e il caso è chiuso.

 

A prima vista questa differenza

sembra soltanto un'elucubrazione,

ma noi vedremo quale conseguenza

può aver non operar la distinzione,

 

mischiando un caso e l'altro, e a cose fatte

accorgersi, bevendo, che a ingoiare

il succo di limone insieme al latte,

come minimo vien da vomitare.

 

Concludo questa breve introduzione

del capitolo sullo sfruttamento

accennandone il metodo d'azione,

in due parole, il suo funzionamento.

 

Lo sfruttamento, cari nipotini,

tra un po' vedremo, è come una pallina

che cade dalle scale, per gradini:

cos'accadrà all'arrivo giù in cantina?

 

 

 

 

 

La Saggezza degli Antichi

 

Senza discuter con la religione

e con rispetto per chi crede in Dio,

vi voglio dare adesso una lezione,

copiata dalla Bibbia a modo mio.

 

Vi ricordate dei Comandamenti?

Li trovate nell'Esodo, non scherzo,  

al paragrafo numerato venti.

Saltiamo i primi due, ed andiamo al terzo:

 

"Sei giorni interi tu lavorerai

e curerai gli affari di famiglia,

ma il settimo tu ti riposerai

e insieme a te, tuo figlio con tua figlia,

 

domestici, le bestie, e l'uomo esterno,

- lo straniero venuto a colazione -,

come il settimo giorno il Padreterno

fece alla fine della Creazione".

 

La Bibbia ci sancisce chiaro e tondo

il diritto che ha ognun di riposare,

e chiamar si potrebbe pure, in fondo:

"Terzo Comandamento - Non Sfruttare".

 

Inoltre ricordiamo che la Legge

(per evitar che l'Uomo faccia il dritto)

protegge gli animali, infatti il gregge

o la mandria, ha il medesimo diritto.

 

Leggiamo nel Levitico, a un dipresso:

"Sei anni il campo tuo seminerai,

nella Terra che Dio t'avrà concesso,

sei anni la tua vigna poterai,

 

ma il settimo è vietato seminare,

e vendemmiare: tu, animali e gente

v'è permesso soltanto di mangiare

ciò che la terra dà spontaneamente".

 

Proviamo a dare qualche spiegazione

logica, senza metterci di mezzo

la Morale, né la Religione:

Gli Antichi già sapevano da un pezzo

 

che l'energia è una cosa limitata,

che non esiste in quantità infinita,

e quindi, se non vien rigenerata,

non ne resta abbastanza per la Vita.

 

Se un uomo, per esempio, avesse in mente

di lavorar  più giorni senza  sosta,

il corpo gli darebbe certamente,

al calare del sole, la risposta:

 

"Cervello, so che a te non te ne fotte,

ma purtroppo è finita la benzina.

Ora vado a dormire – buonanotte –

se ne parla di nuovo domattina!".

 

I Savi, poi, compresero davvero

che ogni tanto la macchina umana

si deve riposare un giorno intero

e inventarono… il fine settimana.

 

Gli Antichi, a differenza di noi altri,

che ci fidiamo solo della scienza

e crediamo di essere più scaltri,

tenevano in gran conto l'esperienza

 

accumulata un dì dagli antenati:

le parole dei Vecchi erano d'oro,

e d'oro anche i consigli tramandati

a voce, nei ricordi, e giunti a loro.

 

E gli antenati avevano notato

già dagli albori dell'agricoltura

che molto spesso un campo seminato

a grano, produceva la coltura

 

con abbondanza più d'una stagione,

ma poi - dopo sett'anni mediamente -

di botto c'era meno produzione,

e la messe non dava quasi niente.

 

Oggi sappiamo che il comportamento

della terra, notato dagli Antichi,

è il risultato dello sfruttamento,

e vale per il grano, per i fichi,

 

per la vite, e per più di una coltura:

se con l'acqua, con l'aria e sole a iosa

grazie alla fotosíntesi, in natura

le piante sanno far la cellulosa,

 

e l'amido, han bisogno – adesso è noto -

per far le proteine, del nitrato

prodotto solamente se l'azoto

da speciali batteri vien fissato.

 

Ma i batteri lo fissan lentamente,

e se coltivi troppo, e troppo in fretta,

il nitrato non è più sufficiente,

la terra fa: "Spiacente. Adesso… aspetta!".

 

C'erano, è vero, lande fortunate

tra le quali l'Egitto vi rammento,

che da Madre Natura eran baciate.

Laggiù, una volta all'anno, il nutrimento,

 

il limo che faceva da concime,

arrivava col Nilo (quello Azzurro)

che lo portava da remote cime

e dava pane, latte, e pure… burro.

 

Ma L'Egitto era solo l'eccezione

che conferma la regola esistente,

e, partendo da là, con l'intenzione

di crearsi uno stato indipendente,

 

lasciando il Delta, i Figli d'Israele

uomini, donne, e insieme a loro il gregge,

per la Terra che Stilla Latte e Miele,

ricevettero quella Sacra Legge,

 

adatta a una "normale situazione"

fuori d'Egitto, dove, pur da schiavi,

avevano imparato la lezione

tramandata dai Padri ai Vecchi Savi.

 

 

 

La situazione è assai diversa, adesso.

Adesso noi sappiamo cosa fare,

grazie all'Uomo, alla Scienza, ed al Progresso:

Le Macchine non devon riposare,

 

e la terra produce molto grano

se le diamo concime artificiale

(o fossile – qui vi ricordo il guano).

Ma come siamo bravi, mica male!

 

Siamo bravi, però chi ci assicura

che 'sì facendo, non rechiamo danni

alla terra, alla vita, alla natura?

Per la risposta ci vorranno anni,

 

ma è il caso già di chiederci, miei cari

se l'Uomo qui non è un po' troppo ingordo:

La terra adesso fa gli straordinari,

ma l'Uomo non le ha chiesto se è d'accordo...

         

 

 

 

 

Natura e Spazzatura

 

Possiamo sostenere che in Natura,

per quanto a prima vista sembri strano,

non esiste il concetto "Spazzatura",

da noi inventato, e prettamente umano.

 

Nel sublime processo della Vita

la Natura non butta niente via,

e, siccome è una donna assai pulita,

non lascia attorno a sé la zozzeria,

 

ma la smaltisce, molto lentamente,

in modo da poterla utilizzare

in futuro in un modo differente,

od in altre parole, Riciclare.

 

Per esempio, le foglie, che d'estate

raccolgono dal sole l'energia,

quando diventan corte le giornate

muoiono, e il vento se le porta via.

 

Le foglie, 'sì cadute dalle cime

degli alberi, si mischian con la terra,

formando l'humus, ch'è il miglior concime

e che funge, tra l'altro, anche da serra,

 

proteggendo le piante appena nate

dai semi, (come dire: dalle… uova),

così le foglie morte, macerate,

danno la vita a una piantina nuova.

 

Ma non solo le foglie: in generale

la natura riserva questa sorte

a tutta la Biomassa vegetale.

Le piante, ormai invecchiate, dopo morte

 

vivono ancora, infatti i rami secchi

e la corteccia in decomposizione

sono il cibo che danno ai nuovi, i vecchi,

perpetuando la Generazione.

 

In più, non solamente i vegetali

provvedono ai "se stessi di Domani",

ma provvedono pure agli animali,

che ne mangiano certo "a piene mani",

 

producendo, così, molti escrementi.

Più tardi questi, insieme alle carogne

formeranno pian piano i sedimenti,

i quali, usando i fiumi come fogne

 

finiranno alla fine della storia

in fondo al mare, dove i pesciolini

(quelli già ricordati nel Vittoria)

sono lì pronti a fare da spazzini.

 

Non tutta la Biomassa accumulata

è usata per creare nuove vite:

il più sarà pian piano trasformata

in torba ed in carbone ed in lignite,

 

sostanze molto ricche d'energia

di cui riparleremo certo poi.

(Madre Natura – benedetta sia -

"l'altro ieri" ha pensato pure a noi!).

 

A questo punto è facile capire

come in natura non si spreca niente,

ma non mi stancherò di ribadire

che la Natura agisce lentamente,

 

e che può fare la trasformazione

in virtù del sublime adattamento

che si è evoluto con… l'Evoluzione

e che quindi è un processo molto lento.

 

Se vien prodotta una sostanza nuova

nociva, che produca grossi danni,

Madre Natura tenta, cerca e trova

un uso buono, in un milione d'anni.

 

Strada facendo, ahimè, alle volte sbaglia,

lasciando sul terreno, all'occasione,

i soldati che cadono in battaglia:

le specie destinate all'Estinzione.

 

 

 

Da quando l'Uomo è apparso in questo mondo,

per millenni non è cambiato niente,

perché - detto tra noi - quest'Uomo, in fondo

non era un'animale differente

 

da tanti altri, in terra, in cielo e in mare,

senonché, da cent'anni a questa parte

(duecento, se vogliamo abbondare),

l'Uomo ha scoperto questa nuova arte,

 

la Chimica, la scienza che ha permesso

di operare una gran rivoluzione

che noi chiamiamo spesso "il Progresso":

il Surrogato della Creazione.

 

Ora ci sembra tanto "naturale"

certe sostanze attorno a noi trovare,

ma in mezzo a tutto questo carnevale

non ci farebbe male ricordare                    

 

che questo mondo, ricco di solventi

di plastica e sostanze ossidanti,

dei farmaci più strani, di reagenti,

di coloranti e di fertilizzanti,

 

cent'anni fa era un mondo che… non c'era.

Abbiam creato un mondo innaturale,

e l'abbiam fatto da mattina a sera…

Benvenuti nell'Era Artificiale,

 

nell'era nuova, frutto degli Umani,

che hanno trasformato la Natura

(e l'hanno fatto con le proprie mani)

in un bidone della spazzatura.

.

 

 

Il bidone, con gli anni, s'è riempito,

trabocca, puzza, e ci fa pure male,

ma l'Uomo finalmente l'ha capito

(specie quello del mondo occidentale),

 

che la cosa non può più andare avanti

così com'è, e bisogna provvedere,

con normative, multe, ed aggravanti

contro chi non facesse il suo dovere,

 

consistente nel riutilizzare

la parte buona della spazzatura,

con parola moderna: Riciclare

(come da sempre ha fatto la Natura).

 

L'Uomo ha imparato quindi la lezione?

Purtroppo no. Vedremo che in sostanza

- facendo il punto della situazione -

quanto fatto è tutt'altro cha abbastanza.

 

 

 

 

 

Piramidi

 

È giunto ora il momento di parlare

di piramidi. Non del monumento,

ma di quella chiamata "alimentare"

e di quell'altra: "dello sfruttamento".

 

La prima, detta spesso anche catena,

ci mostra come gli esseri viventi

mettono insieme il pranzo con la cena,

producendo e mangiando gli alimenti.

 

Al pian terreno abbiamo i produttori,

le piante verdi con la clorofilla,

che usando l'energia (come motori)

della luce del sole, quando brilla,

 

dall'acqua dal terreno (ce n'è a iosa)

e CO2, (che viene dai vulcani),

producono la nota cellulosa

e l'amido (che è il pane di domani),

 

'sì trasformando l'energia solare

trasportata per mezzo della luce

in qualche cosa che si può mangiare.

Ogni pianta in aggiunta poi produce

 

un po' di grassi (quelli essenziali)

e qualche proteina (ma non tante).

Al primo piano abbiamo gli animali

erbivori, che mangiano le piante,

 

e ne traggono tutti gli alimenti.

Vogliamo definirli sfruttatori?

Potremmo, senonché con gli escrementi

(la cacca e la pipì, che bagna i fiori)

 

ridanno al Piano-Terra alla fine

l'azoto (sotto forma di nitrato)

così essenziale per le proteine,

e ciò, se non l'avete ancor notato,

 

chiude il circolo, o meglio il primo anello

di quella che è di fatto una catena.

Ma andiamo avanti (adesso viene il bello).

Gli erbivori, a lor volta, fan da cena

 

agli inquilini al piano superiore,

i carnivori, i quali hanno pertanto

un sistema di certo assai migliore

di sostentarsi, infatti ogni tanto

 

invece di mangiare la… polenta

con contorno d'un piatto… d'insalata,

si fanno una bistecca succulenta

e stanno a posto tutta la giornata.

 

Tra gli animali erbivori e carnivori

troviamo pure specie "mangia-tutto",

i cosiddetti animali onnivori,

che hanno dei vantaggi, soprattutto

 

non dipendendo, per tenersi in vita,

da una fonte di cibo solamente:

se manca quella loro preferita

hanno l'altra da metter sotto il dente.

 

L'Uomo appunto è un onnivoro, pertanto

è avvantaggiato dall'evoluzione,

ma non mi voglio dilungare tanto,

'ché non di questo tratta la lezione,

 

passiamo quindi, sempre in argomento,

a parlare di un'altra analogia:

la "Piramide dello Sfruttamento"

in cui si parlerà d'Economia.

 

 

 

Questa volta partiamo dalla cima,

dove abbiamo i Paesi Sviluppati:

quelli che son "cresciuti" meglio e prima.

Sono anche detti  i "Popoli avanzati"

 

o i "Produttori di Tecnologia".

Producono computers, macchinari,

automobili, navi, e così via,

una miriade di prodotti vari

 

utili a migliorare l'esistenza

e la vita dell'Uomo sulla Terra

(anche se c'è da dir che questa scienza

l'han sviluppata spesso per la guerra).

 

Lo Sviluppato, a questo punto, vende

il suo prodotto assai sofisticato

ad un prezzo finale che dipende

da quanto questo vale sul mercato.

 

Qual è il valore, agli occhi del cliente?

La risposta è assai semplice, mi pare:

ogni prodotto vale esattamente

quanto il cliente è disposto a pagare.

 

Se il cliente è disposto, a questo punto,

a pagare il prodotto a caro prezzo

noi parleremo di Valore Aggiunto

(su cui paghiamo l'IVA già da un pezzo),

 

ch'è definito come differenza

tra ciò che paga il consumatore

e quello che ha pagato, all'occorrenza

all'origine, il nostro produttore:

 

materie prime, spese d'energia,

e costo del lavoro e, in fondo al gruppo,

il fattore della tecnologia:

le spese di Ricerca e di Sviluppo.

 

Noteremo tra l'altro a questo punto

che se le spese della produzione

sono poche, da qui il Valore Aggiunto

è molto alto e, sempre in proporzione,

 

se invece costa molto l'energia,

il materiale, od il lavoratore,

stando alle leggi dell'Economia

si riduce di molto quel Valore.

 

Lo Sviluppato cercherà, pertanto,

di tentare di fare economia

riducendo le spese, ma fintanto

che è costretto a comprare l'energia

 

(petrolio, gas, carbone, in sostanza)

da qualcun altro meno sviluppato,

che però può fornirla in abbondanza,

il suo guadagno è sempre limitato.

 

Al piano sotto a quelli della cima,

pur se mancando la tecnologia,

ci sono i Ricchi di Materia Prima

e, soprattutto, i Ricchi d'Energia.

 

che sono al tempo stesso fornitori

di quelli in cima e, insieme, anche clienti

di quei sofisticati produttori.

I due "piani" son interdipendenti,

 

perché, diversamente dal passato

quando dettavan gli "Avanzati" legge,

oggigiorno si sa che ogni stato

sa fare i conti, e quindi si protegge,

 

la "Crisi del petrolio" sbandierando:

"Se non mi vendi l'auto, è presto detto:

quella tua resta ferma fino a quando

non decido di aprire il rubinetto!".

 

A questo punto, dunque, il Produttore

cercherà di smerciare il suo prodotto

(in genere di qualità peggiore)

a quelli situati ancor più sotto,

 

che son chiamati spesso "Terzo Mondo"

o, essendo sotto a tutti situati,

al piano-terra, insomma proprio in fondo,

son detti pure i "Sottosviluppati",

 

quelli che in cambio di tecnologia,

non possedendo ferro, rame, oro,

petrolio ed altre fonti d'energia,

posso offrire solo del lavoro,

 

però, se ci pensiamo un momento,

il concetto ci sembra un poco astratto:

questo Lavoro Umano in pagamento,

come si fa a riscuoterlo di fatto?

 

Un tempo, quando c'erano gli schiavi        

(fino a cent'anni addietro, o un po' di più),

li potevi stivare nelle navi,

ma oggi non c'è più la schiavitù,

 

e se ti porti a casa i Derelitti

con l'intento di farli lavorare,

devi dar loro un sacco di diritti,

non soltanto qualcosa da mangiare.

 

Il fatto è che i Sottosviluppati

lontano dalla patria, dopo il viaggio,

hanno cambiato il nome in "Immigrati"

e questo cambiamento ha un bel vantaggio,

 

'ché tante ore di lavoro duro,

valgono certamente la speranza

di preparare un miglior futuro

ai sei figli stipati in una stanza.

 

 

 

La Piramide dello Sfruttamento

descrive qui un sistema fatto a strati

i rapporti tra i quali, al momento,

sono stati soltanto accennati.

 

Mi riprometto di trattare il tema

più a fondo (sforzo quasi sovrumano!),

in un canto - più avanti nel poema -

intitolato "Il Fattore Umano".

 

Per ora voglio solo far notare

che ai Sottosviluppati, a loro volta,

resta Madre Natura da sfruttare:

produce, non protesta o si rivolta,

 

chiede ben poco e, come un genitore

che provvede ad un figlio impertinente,

quello che possiede con amore

e non chiede dall'Uomo, in cambio, niente.

 

E l'Uomo sfrutta – l'Uomo in generale,

'ché non ha senso fare distinzioni -

Ma, prima che finisca tutto male,

vediamo di trovare soluzioni…

 

 

 

Segue: ENERGIA

 

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