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POEMA RICICLABILE

 

 

IL FATTORE UMANO:

Tettonica a Folle

I Gestori della Società

Libertà, Uguaglianza, Fratellanza

La Legge del Convoglio

 

IL FATTORE UMANO

 

 

 

Tettonica a Folle

 

Cari nipoti, adesso qui mi metto

a parlarvi d'un nuovo argomento.

Ve n'ho accennato (se lo avete letto)

nella cantica sullo sfruttamento.

 

Salvar la Terra? È buona l'intenzione,

ma ogni sforzo sarà senz'altro vano

se non prendiamo in considerazione

un limite, cioè il Fattore Umano.

 

Vi ho fatto fare ormai la conoscenza

del problema essenziale e, se ho ragione, 

vi ho fatto anche notare che la scienza

non ci mette dei limiti in questione:

 

il potenziale c'è, ma è… potenziale.

L'Uomo è davvero in grado di sanare,

di riparare ciò che ha fatto male?

Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare,

 

un mare tempestoso, un mare ignoto.

Si spera che Terra giunga in porto,

ma se la dovrà fare tutta a nuoto,

se l'Uomo non sarà un nocchiero accorto.

 

Vi faccio quindi qui la descrizione

dell'uomo in seno alla Comunità.

Sia essa una famiglia, o una nazione,

noi qui la chiameremo "Società".

 

Come ho fatto più volte nel poema,

farò qui l'uso di un'analogia,

e mi perdoni Wegener, se il tema

è un parallelo con la Geologia:

 

con la Deriva dei Continenti,

quella della Tettonica a Zolle.

Qui tratto la Deriva delle Genti,

cioè della "Tettonica a Folle".

 

(Folle, detto al plurale femminile

vuol dire "Genti", ma è uno strano fatto

che invece al singolare, al maschile,

il termine vuol dire "mentecatto").

 

Proviamo dunque a paragonare

tutti gli uomini a certi minerali,

ai granelli di sabbia in riva al mare,

o altrove, in apparenza tutti uguali, 

 

ma quando li osserviamo con la lente,

mettendoli sul palmo della mano,

ogni granello è un… uomo differente:

c'è quello spigoloso, quello strano,

 

quello di color bianco, quello scuro

c'è l'uomo ch'è friabile al tatto,

come il talco, e c'è invece quello duro,

di quarzo trasparente, ma compatto.

 

Continuando quest'analogia

vediamo, andando avanti un altro passo

che, in parallelo con la Geologia,

una famiglia è come un grosso sasso,

 

una tribù una roccia e, se vi pare,

un popolo diventa un alto colle

o una montagna (a volte in fondo al mare).

Secondo la Tettonica a Folle

 

scopriamo poi che la composizione

delle rocce ci dice un po' la storia

di come si è formata una nazione:

una roccia conserva la memoria

 

del suo passato dentro i minerali.

Il popolo francese è di granito,

perché è composto in proporzioni uguali

da tre popoli, ognuno ormai sparito:

 

da Germani, da Celti e da Latini.

Rispondetemi in men che non si dica,

che qualcuno di voi me l'indovini:

chi è il quarzo? chi il feldspato? e chi la mica?

 

Proprio lì accanto, poi (che fatto strano),

dell'Europa c'è il popolo più antico,

un vero e proprio fossile umano.

Il nome, questa volta ve lo dico,

 

perché da soli certo, cari miei,

non ci arrivate (il nonno non si sbaglia!):

sono i Baschi, laggiù tra i Pirenei

e le coste del Golfo di Biscaglia.

 

C'è da dire, però, che queste Genti

nel corso della loro lunga storia

ebbero nomi molto differenti.

Cesare, se non falla la memoria,

 

li chiamava Aquitani, e nel "De Bello

Gallico" fa l'acuta osservazione

che il loro idioma no, non era quello

che parlavano i Celti, ed a ragione.

 

Chiamati poi Guasconi e Navarresi,          

furon per molto tempo indipendenti,

lottando con Spagnoli e con Francesi,

vi ricordo che furon queste Genti

 

che batterono i Franchi a Roncisval,

non gli Arabi, checché ve la si dica,

ma i Baschi, nella loro lingua: Euskal,

una popolazione tanto antica

 

quarantamila anni (dico niente!)

combatte per avere una nazion

essendo la diretta discendente

dell'Homo sapiens sapiensCro-Magnon.

 

Fatta giustizia ai Baschi, mi rammento

che, volendo parlar di Geologia,

sono uscito un po' fuori d'argomento,

perciò proseguo con la Teoria

 

della Deriva dei Continenti,

che fu proposta da un Tedesco (credo

un po' prima del novecentoventi),

che si chiamava Wegener Alfredo:

 

C'era all'inizio un supercontinente,

(Pangea dallo scienziato fu chiamato)

che si spezzò col tempo, lentamente,

e i continenti d'oggi ha poi formato.

 

Era già cosa nota che la costa

del Brasile e del Golfo di Guinea

si può "incastrare" proprio a bella posta,

ma che non fosse un caso, ma il… Pangea,

 

lui lo propose, dopo aver notato

dei fossili di piante e d'animali:

in Africa e in America, in passato

c'erano proprio specie quasi uguali,

 

specie che non sapevano… nuotare,

come avrebbero, dunque, queste specie,

l'Atlantico potuto attraversare?

La soluzione è proprio un'altra, invece:

 

non c'erano le coste, anticamente.

L'Atlantico non c'era, a separare

due pezzi di uno stesso continente:

tra l'Africa e il Brasile… niente mare!

 

Purtroppo, questa bella teoria

non sapeva spiegare il movimento

della crosta, e la Scienza fu restia

ad accettarla, almeno sul momento.

 

Alfredo, cinquant'anni allor compiva, 

cercando ancora quella soluzione,

il motore di quella sua deriva,

partì con altri al polo in spedizione.

 

Purtroppo non tornò mai più dal viaggio:

morì laggiù, a novembre, in pieno inverno,

il corpo fu trovato solo a maggio

e fu sepolto là, nel ghiaccio eterno.

 

La causa di quel lento, eterno moto

che sposta i continenti della Terra

per trent'anni restò un mistero ignoto,

finché alla fine (già nel dopoguerra),

 

studiando dell'oceano i fondali

scoprirono, nel mezzo, giù dabbasso,

le "catene dei monti": le dorsali

oceaniche, e fu trovato l'asso.

 

Laggiù si produceva nuova crosta

terrestre, che spingeva piano piano

i continenti, 'sì che ogni costa

col tempo si spostava assai lontano.

 

La prova che era quello il meccanismo

ci fu poi, calcolando in modo astruso

col metodo del paleomagnetismo

l'età del magma da là sotto estruso.

 

Siccome nuova crosta vien prodotta

continuamente, e l'area è limitata,

la crosta in altri posti vien subdotta,

in termini prosaici, consumata

 

nelle Fosse Oceaniche: Giappone,

Marianne, Tonga, Porto Rico e Sonda.

Non sempre questo accade "con le buone",

perché la grande massa che sprofonda

 

nel corsi dei millenni, lentamente

innalza le montagne e gli altopiani,

ma pure, e questo accade di frequente,

produce i terremoti ed i vulcani.

 

Fin qui, con la Tettonica a Zolle.

Ma ritorniamo a quell'analogia

ch'io chiamo la Tettonica a Folle:

la nuova branca dell'Etnologia.

 

L'Umanità è in continuo movimento,

il movimento è il Corso della Storia,

per ogni società che c'è al momento,

d'altre mille s'è persa la memoria.

 

Continuamente nascon nuove Genti,

e le vecchie spariscono nel niente,

alcune si riducono in frammenti

altre formano un nuovo continente.

 

Alcune sono di giovane basalto,

ancora caldo, nuovo, appena estruso,

altre, una volta un vecchio monte alto,

s'abbassano per l'erosione e l'uso.

 

Ci son popoli a strati sopra strati

che conservano ancora la memoria

nei fossili, di quello che son stati,

(gli Italiani?) nel corso della Storia.

 

Ma i popoli che vivon sulla Terra,

purtroppo, quando vengono a contatto,

producon terremoti (leggi: guerra),

perché Folle vuol dire mentecatto.

 

A volte, poi, dal basso, qualche volta

esce il magma, un vulcano in eruzione:

un popolo "compresso" si rivolta,   

le Genti fanno la Rivoluzione.

 

Potrei continuare all'infinito

a trovar somiglianze, ma qui smetto,

'ché se mi avete fino qui seguito

avrete ormai capito il concetto.

 

Comunque, questa mia teoria,

che chiamo la Tettonica a Folle

o, se volete, l'Etno-Geologia,

va presa certamente con le molle,

 

infatti sento un suono da lontano,

che nelle orecchie forte mi rimbomba,

ma non è l'eruzione di un vulcano:

è Alfredo… si rigira nella tomba!

 

 

 

 

 

I Gestori della Società

 

In ogni società del mondo umano,

dal nucleo familiare alla nazione,

c'è sempre gente che ha potere in mano

e gente che è preposta alla gestione.

 

I "Personaggi Pubblici" suddetti,

quelli che ti dirigono le Genti,

si dividono, ad essere corretti,

in quattro tipi molto differenti.

 

Il Politico è il primo: all'occasione

dice agli altri quel che si deve fare,

in quanto lui è convinto che ha ragione.

Il Leader viene poi: sa comandare,

 

e gli altri, quel che dice, di buon grado

fanno, perché convinti che ha ragione.

Poi c'è il terzo (si incontra assai di rado)

L'Uomo di Stato: quel che fa l'azione

 

giusta, e severe decisioni prende,

che la gente non vede di buon gusto,

ma si ricrede poi, quando comprende

ch'era lui che ci aveva visto giusto.

 

Al fin, per completare il quartetto,

aggiungeremo un'ultima figura,

un personaggio spesso maledetto

che si chiama Profeta di Sciagura:

 

dice agli altri di far diversamente,

'ché a far così, non bene andrà a finire.

È nel giusto, però non serve a niente,

'ché gli altri non lo stanno a sentire.

 

Gestir le genti è un po' come guidare

un'auto sulla Strada della Storia:

il gestore è l'autista, e lo può fare

con perizia, prudenza, senza boria,

 

mettendoci il cervello con il cuore,

ma a volte, quando il nostro conducente

spinge troppo sull'acceleratore,

o non sta attento, causa l'incidente.

 

 

Il Politico, il Leader, lo Statista,

sono i piloti e, avendo la bravura,

guidano appunto: loro son l'autista,

mentre invece il Profeta di Sciagura

 

è più simile a qualche lampadina

gialla o rossa che vedi sul cruscotto,

che ti dice se manca la benzina

o se lo spinterogeno s'è rotto:

 

è il segnale di avvertimento.

Notate che l'autista che lo vede,

volendo può ignorarlo, sul momento,

ma se l'ignora a lungo, e non provvede

 

a riparare il guasto o a fare il pieno,

per quanto sia provetto il guidatore,

l'auto si ferma (come male, è il meno)

oppure gli si fonde il motore.

 

L'automobile (il Popolo) procede,

e chi guida, benché bravo e sicuro,

vede la strada, ma però non vede

cinquant’anni più avanti, nel futuro.

 

Chi guida oggi i Popoli e le Folle

non può sapere cosa troverà

dopo la prima curva, dietro il colle.

Il detto dice: "Che sarà, sarà",

 

ma un Capo, non avrebbe il dovere

di pensare anche ai figli ed ai nipoti,

di pensare al futuro, e provvedere?

Ma i Capi, lo si sa, pensano ai voti,

 

a far contenta oggi certa gente:

chi voterà alle prossime elezioni.

Con tutte queste rogne nel presente,

che può pensare alle… Generazioni?

 

I Capi parlan spesso del Futuro,

san tutto, sulla prole della prole,

ma certo… è così semplice e sicuro

risolvere i problemi… a parole!

 

Ma quando arriva il giorno, e un Capo muore,

o è costretto a cedere il volante

(cosa che lui fa sempre a malincuore),

le rogne son rimaste, e sono tante.

 

Invano già Cassandra ed Ezechiele,

avevano avvertito lui e la gente

che il futuro non è mai tutto miele:

a lui, oramai, non gliene frega niente.

 

Dunque, nipoti, state bene attenti

alle promesse fatte (a vuoto) spesso

da quelli che gestiscono le Genti:

loro pensano solo all'oggi-adesso.

 

Un Capo non può far diversamente:

se provvede al Futuro con le azioni,

lui, facendolo a spese del presente,

perderebbe le prossime elezioni!

 

 

 

 

 

Libertà, Uguaglianza, Fratellanza

 

C’è da dire che, relativamente

all’esistenza dell’Umanità,

questo è un metodo nuovo e assai recente

di gestire l’Umana Società.

 

È la Democrazia, dove di fatto

il Capo è solo un delegato: adesso 

gestisce lui, però per ogni atto

deve chiedere al Popolo il permesso.

 

Anche se conosciamo dal passato

qualcosa che ricorda il Parlamento,

come la Bulé Greca ed il Senato

Romano, fu a metà del Settecento

 

che nacque quel concetto universale:

“La Libertà dell’Uomo è un suo Diritto,

la Legge è una, e per tutti Uguale,

chi trasgredisce, commette un delitto”.

 

Un uomo, che sia rosso, bruno o flavo,

da solo, o in seno di una Società,

nasce libero, e non puoi farlo schiavo.

Questo è il Diritto alla Libertà.

 

Liberi sì, ma non di fare tutto
quel che ci pare. Quindi, se un privato
decidesse di fare il… farabutto,
qui interviene la Legge dello Stato.

 

Legge, però, per tutti quanti uguale

(così sancisce la Costituzione):

chiunque ruba, uccide, o fa del male,

lo condannano e mandano in prigione.

 

Ma per concretizzare l’Uguaglianza

e mantener con ciò la Libertà

ci vuole pure un po’ di Fratellanza,

ovverosia, di buona volontà.

 

Ognuno deve, insomma, rinunciare

a qualcosa che ha, pure a un diritto,

ed esser pronto qualche volta a dare

a chi non l’ha, ad esempio al Derelitto.

 

 

Il grande mutamento dello Stato,

così come lo conosciamo adesso,

non fu un caso, ma fu determinato

da ciò che noi chiamiamo il Progresso.

 

A quell’epoca, il Mondo Occidentale

- l’Europa – fece due rivoluzioni,

quella Francese e quella Industriale

che, dilagando in tutte le nazioni,

 

mutò modo d’agire e di pensare

(grazie a Watt, ed al gran Napoleone

che si dette moltissimo da fare

per diffondere la rivoluzione).

 

Watt inventò la macchina a vapore

e per la prima volta, è cosa nota,

fece sì che la forza del calore

fu usata per girare una ruota,

 

Fu la prima invenzione di una serie:

la dinamo, il motore a benzina…

L’Umanità poteva andare… in ferie:

si poteva svegliare la mattina

 

per far fare alle macchine il lavoro

dovunque ce ne fosse il bisogno.

Era giunta la nuova Età dell’Oro?

Si stava realizzando un vecchio sogno?

 

 

Purtroppo noi sappiamo, senza fallo,

che quest’Età non giunse per davvero

(di certo non l’Età dell’Oro giallo

ma, caso mai, l’Età dell’oro nero).

 

L’Uomo è libero? Esiste l’Uguaglianza?

Tutti ne riconoscono il valore,

ma il vero cambiamento, in sostanza,

è quello dei Padroni del Vapore!

 

Non più Nobili e Servi della Gleba,

come prima delle rivoluzioni,

adesso è il Capitale - quest’ameba -

a dettare le nuove condizioni.

 

Sia ben chiaro, il principio ancora vale:

“Liberi e Uguali” è un fatto ormai accettato…

chi ha più soldi è più libero e più uguale,

perché si può pagare l’avvocato!

 

Umore a parte, non avrò la boria

di scrivere qui in versi con la rima

quest’ultimi duecento anni di Storia,

l’han fatto altri certo meglio prima,

 

dico solo che l’Uomo sulla Terra

ha fatto, in nome di quell’Uguaglianza

e della Libertà più di una guerra,

però riguardo alla Fratellanza

 

non c’è mai stata vera discussione:

l’Umanità da sempre l’ha saputo

che questa Fratellanza è un’illusione,

una parola senza contenuto.

 

Mi domando, che c’è di tanto bello

in questa Fratellanza, e di carino,

se il primo noto esempio di fratello

della Storia, fu quello di Caino…

 

Con questo, non dobbiam dimenticare

(e qui finire questo tema voglio),

che siamo tutti insieme, in alto mare,

dove vige la Legge del Convoglio.

 

 

 

 

La Legge del Convoglio

 

Per arrivare in porto, presto e bene,

parlarvi adesso, nipotini, voglio

della necessità d’agire insieme,

la cosiddetta “Legge del Convoglio”.

 

Sappiamo dalla Storia del passato

che il commercio viaggiava sui vascelli,

ma che il mare, purtroppo, era infestato

da nemici, pirati e… confratelli.

 

I marinai, partiti da lontano

con una nave carica di merci,

fossero queste spezie oppure grano,

dicevano agli amici: “Arrivederci!”,

 

pregavano, e facevan gli scongiuri.

Erano forme di scaramanzia,

ché non potevan essere sicuri

di non colare a picco per la via.

 

Le nazioni che avevano le flotte

da guerra, con cannoni e con soldati,

si misero a proteggere le rotte

con vascelli veloci e ben armati,

 

che, facendo da scorta ai commercianti,

veleggiavano sopra l’orizzonte,

“al passo” di quei “cargo” assai pesanti,

in caso di bisogno, per far fronte

 

alle minacce della contingenza.

Più avanti nella storia, l’Inghilterra

chiese aiuti di grano a una potenza

amica – che non stava ancora in guerra -

 

gli Stati Uniti, ma l’U-boot tedesco

affondava le navi coi siluri:

chi s’imbatteva in quello, stava fresco!

Così, per navigare più sicuri,

 

scortarono gli incrociatori inglesi

i cargo americani della flotta.

L’unione fa la forza: i due paesi,

collaborando, vinsero la lotta.

 

Notate che la collaborazione,

per raggiungere il fine e la vittoria

era soggetta ad una condizione:

quella di accantonare un po’ la boria.

 

Gli incrociatori erano l’orgoglio,

le navi più veloci della flotta,

ma sapevan la legge del convoglio

non meno dei perigli della rotta.

 

Dice la legge: “La velocità

massima, e nel complesso, di un convoglio

è senza dubbio la velocità

della nave più lenta del convoglio”.

 

Se vuol continuare a far la scorta

l’incrociatore deve andare piano

come il cargo, che è quello che trasporta

le munizioni, le derrate e il grano.

 

ché se l’incrociatore se n’è andato,

farà alla fine pure lui la fame:

Il cargo cola a picco, silurato,

addio convoglio e addio pane e salame!

 

 

La Legge del Convoglio in mezzo al mare

non è soltanto una curiosità,

ma un principio ch’è d’obbligo osservare,

se vogliamo salvar l’Umanità.

 

Sulla Terra ci sono i Progrediti

che per caso, o magari per fortuna,

nella Storia son stati i più spediti,

(da arrivare persino sulla luna).

 

Inventando la Tecnica e la Scienza

e facendo tra loro qualche guerra,

si sono autoconvinti, in apparenza,

di essere i Padroni della Terra.

 

Dall’altro lato abbiamo i Primitivi,

quelli che, navigando piano piano

in mezzo al mare, sono ancora vivi

ma vedono il progresso da lontano.

 

I Primitivi son la maggioranza,

ma contano assai poco, nel complesso:

son tacciati dagli altri d’ignoranza

e di saper sol fare figli e sesso.

 

I Progrediti, detti anche Avanzati,

che sono ormai coscienti dei perigli,

ammoniscono i Sottosviluppati,

prodigandosi a dare bei consigli:

 

“State a sentire chi l’ha ben studiata,

cari ignoranti, fate proprio male

a distruggere e a far terra bruciata

della vostra Foresta Tropicale.

 

È ora che ve lo mettiate  in testa:

l’ossigeno, la fonte della Vita

proviene, lo si sa, dalla foresta.

Sparita quella, per tutti è finita!”.

 

Diciamocelo chiaro:sti sermoni

saranno giusti, ma ‘sta cantilena,

questi discorsi, a cosa sono buoni?

Mettono insieme il pranzo con la cena?

 

Chi taglia la foresta del Brasile

mica lo fa per vincere la noia,

o perché vuole fare l’incivile,

lo fa per coltivarci lì la soia,

 

un legume assai ricco in proteina,

e nutriente foraggio per i manzi

brasiliani e pei porci della Cina:

per miliardi di cene con i pranzi.

 

Purtroppo, nei paesi tropicali

piove molto, in qualsiasi stagione,

e purtroppo le piogge torrenziali

ti sciacquano il terreno: è l’erosione.

 

Acqua e vento producon tali danni

che molto spesso un campo coltivato

ha breve vita, e dopo pochi anni

il suolo si fa sterile e slavato.

 

Così gli allevatori, che disdetta,

non hanno scelta: quello che gli resta

è solo di tagliare un’altra fetta

di quell’inesauribile foresta.

 

I progrediti gridano: “È uno scempio!”,

di certo hanno ragione, ma… un momento…

come mai non gli insegnano, ad esempio,

alternative di sostentamento?

 

La ragione mi sembra assai palese:

gli Europei, né gli Americani

voglion cacciare soldi e avere spese

per dare da mangiare ai Brasiliani.

 

Invece di cacciare il valsente

per il comun benessere futuro

danno consigli (gratis). Chi li sente?

Chi ha fame non li sente di sicuro.

 

 

Se il capitano dell’incrociatore,

imbracciato un megafono, dal  ponte

della sua nave, desse con fervore

tanti buoni consigli, per far fronte

 

al peggiorare della situazione,

restando lui a debita distanza,

invece di passare all’azione

tornando a dar l’aiuto in sostanza,

 

il cargo abbandonato, di sicuro

si salva come può, perché s’arrangia.

Non vi sorprenda poi, se nel futuro

dirà a quell’altro: “I tuoi sermoni… mangia!”

 

 

 

 

Segue: GENERAZIONI

 

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