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POEMA RICICLABILE

 

 

IL FUTURO:

Futurologia

Eureka!

E.T.

Il Lieto Fine

 

IL FUTURO

 

 

Futurologia

 

Ci stiamo avvicinando a grandi passi

alla parola “Fine” (v’assicuro!),

infatti, come il titolo di prassi,

questa cantica parla del Futuro.

 

Vi devo fare una confessione,

con una mano sopra la coscienza:

invece della solita lezione,

stavolta  parlerò di fantascienza,

 

o meglio, della Futurologia:

la “scienza” che descrive il Domani,

estrapolando con la fantasia

i fatti che oggi sanno anche i profani.

 

Cercherò di spiegare un po’ il concetto:

la Futulorogia e la fantascienza

son cose molto simili, lo ammetto,

se volete, la sola differenza

 

è che chi dice Futurologia

intende dir le cose seriamente

usando, è vero, un po’ di fantasia

ma sempre molto… scientificamente.

 

Il metodo è lo stesso della scienza:

esistono dei fatti, per partire,

noti e accettati, detti Conoscenza

Scientifica, e si cerca di capire

 

se ne deriveranno conseguenze

in un futuro prossimo o remoto,

ma sempre sulla base delle Scienze.

Il metodo scientifico, è ben noto:

 

Ci sono i Fatti e le Definizioni,

si formulano Ipotesi e Teoria,

e si procede a fare Deduzioni.

Purtroppo, nella Futurologia

 

non si può far la fase più essenziale,

che contempla le Sperimentazioni,

e quindi la Teoria, per quanto vale,

non può giungere a delle Conclusioni,

 

però può dirci qual è il Potenziale.

Poi, cosa veramente avverrà,

se poi sarà sfruttato bene o male,

questo dipende dall’Umanità.

 

La futurologia, generalmente,

in questa sua visione del futuro,

sostiene che, in base al presente,

possiam vedere, quasi di sicuro,

 

le prossime conquiste di domani. 

Limitiamoci al Secolo Ventuno.

Lo Spazio: è quasi certo che gli Umani

Atterreran su Marte (e su Nettuno?).

 

Medicina: se certe epidemie

son state già in passato debellate,

domani certo molte malattie

saranno finalmente anche curate

 

con la decifrazione del genoma:

il mongolismo e la talassemia,

con l’infarto, con l’ulcera e il glaucoma,

saranno tutti mali andati via.

 

Ed infine, riguardo al Problema,

quello dell’Energia, che si può fare?

Orsù… ne ho già parlato nel poema:

scordate la Centrale in fondo al mare?

 

Speriamo, poi, riguardo all’energia,

che nel secolo sia realizzata

la mia visione (dite “Così Sia”)

quella della Fusione Controllata.

 

Perché i sogni diventino realtà,

perché si realizzi il Disegno,

non mancheranno all’Umanità

anche domani Uomini d’Ingegno

 

che sapranno portarci fino a Marte,

e lo faranno scientificamente…

ma lo faranno a scapito… dell’Arte?

ci ho ripensato, ‘ché mi viene in mente…

 

Chissà che cosa avrebbe mai creato

un genio dallo spirito gagliardo,

vivendo oggi, invece che in passato.

Mi chiedo per esempio: se Leonardo

 

avesse avuto tra le mani, sì,

AutoCAD, Photoshop con le vedute,

avrebbe progettato in 3D

il carro armato? Ed il paracadute

 

invece che a piramide quadrata,

l'avrebbe fatto a cupola rotonda?

ma, con la mente tanto occupata,

ci avrebbe poi dipinto la Gioconda?

 

E quell'altro Toscano, il Sommo Vate,

che ancora oggi fa la star sui media

grazie a Benigni, cosa ne pensate,

avrebbe cominciato la Commedia

 

"Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una selva oscura,

che la diritta via era smarrita…" ?

Se la sarebbe vista meno dura

 

il nostro Dante, se anche allora avesse

(come oggi ogni studente liceale),

avuto tra le mani un GPS,

o forse si sarebbe perso uguale?

 

 

La Futurologia ci mostra, in fondo,

un quadro del futuro: il più palese,

ma noi sappiamo, da che mondo è mondo,

che il Mondo è invece pieno di sorprese,

 

e che la Scienza Umana, soprattutto,

lei spesso e volentieri va un po’… a naso:

molte scoperte che han cambiato tutto

son state fatte - guarda caso - a caso…

 

 

 

 

 

 

 

Eureka!

 

Le più grandi scoperte della Scienza

sono il frutto di note qualità:

pignoleria, memoria, intelligenza,

e un pizzico di… Serendipità.

 

La Serendipità, uno strano nome

che fu coniato da un Inglese un dì,

una parola che descrive come

nella Scienza ci sia il Fattore C,

 

quando chi cerca un ago nel pagliaio,

CI trova invece dentro all'improvviso,

guarda caso, la figlia del mugnaio

a braccia aperte, che gli fa un sorriso!

 

Parlando adesso un po' più seriamente,

è la grande scoperta fatta quando

scopri qualcosa, spesso differente

da quello che tu stavi ricercando.

 

Un colpo di fortuna, senza dubbio,

che spesso è un grande balzo nella scienza,

ma che, però, ha il bisogno del connubio

tra colpo di fortuna e intelligenza.

 

Per dirla in modo un po' più irriverente,

ci vuole il culo insieme allo scienziato,

perché, se fosse stato un deficiente,

non avrebbe capito, né trovato.

 

Senza chiamarla serendipità,

la cosa era già nota nel passato.

Un ingegnere dell'antichità,

Vitruvio, questa storia ci ha narrato:

 

Gerone, dittatore in Siracusa

aveva dato una libbra d'oro

a un orafo, che poi l'aveva fusa

per farci una corona di alloro.

 

Questa corona era destina  

a stare in testa al nume protettore

della città, e pertanto consacrata.

Ma, avuta la corona, il dittatore

 

era rimasto col presentimento

che l'orafo l'aveva un po' truffato

mettendoci una lega con l'argento

e un po' d'oro se l'era intascato.

 

Il dittatore, infatti, aveva visto

che la corona, giusta a peso d'oro,

era però più grande del previsto,

per quella forma, a foglie di alloro.

 

Gerone, sospettoso per natura,

all'uomo non prestava molta fede,

ma ne prestava, invece, alla bravura

di uno scienziato, un certo Archimede.

 

"Vedi un po' se riesci a stabilire

s'è d'oro puro, senza intaccarla

fonderla, giacché, non c'è che dire,

è sacra, e non bisogna rovinala".

 

Archimede capì, da uomo dotto,

che la corona aveva di sicuro

un volume maggiore di un lingotto

di pari peso, fatto d'oro puro,

 

e dunque, bisognava calcolare

questo volume e questa differenza.

Perciò il problema stava nel trovare

il metodo migliore, con la scienza. 

 

"… Se metto un kilo d'oro in un bacile,

e poi riempio il vaso alla bocca,

messoci invece del metallo vile

sposto più acqua, e il vaso mi trabocca…

 

Sarebbe una gran bella soluzione,

senonché, come levo l'oro puro?

Quando procedo alla sostituzione

l'acqua trabocca, poco ma sicuro.

 

Pare facile, detto a parole,

ma in pratica, però, non si può fare…

al diavolo, con queste bagnarole…

Che caldo! Vado a farmi un bagno a mare!".

 

In fondo è giusto, il caro Archimede

non aveva bisogno di una scusa,

era d'Estate e, sai come succede,

faceva molto caldo a Siracusa.

 

"Al diavolo il problema! Che frescura

qui sulla spiaggia, quando c'è la brezza,

placida è l'onda, bella è la natura,

entrando in mare, poi, che leggerezza…

 

… non ci avevo mai fatto caso, è vero…

… come se fossi dimagrito almeno…

… il mio corpo s'è fatto più leggero…

… quanta più acqua sposto, peso meno…

 

Interessante… ma, per altro verso,

s'è giusta la teoria, così funziona

per ogni altro corpo, quando è immerso,

me stesso, uno più grasso, e…  la corona!"

 

Uscì dall'acqua con la soluzione,

e corse tutto nudo e bagnato

a dare la notizia a Gerone,

"Eureka!" urlando (in Greco: "L'ho trovato!").

 

Di certo fu felice il dittatore,

pesando la corona nella vasca

(ne fu felice meno il truffatore,

quello che s'era messo l'oro in tasca).

 

 

Vi narro adesso in breve un altro evento

che avvenne in altri tempi e in altra terra.

L'epoca: circa il mille e settecento,

il luogo: Europa, il Regno d'Inghilterra.

 

Uno scienziato dall'ingegno fino

studiava il moto dei pianeti in cielo,

ed un giorno d'autunno, nel giardino,

si mise a cogitare sotto un melo.

 

"Una forza li regge e li sostiene

nell'orbita, che è come una rotaia.

questa forza, però, da dove viene?

C'è solo il vuoto, là nel cielo… Ahia!

 

Pomo d'Adamo, che tu sia dannato!

m'hai preso proprio in testa, ma che male!

Non potevi cadere un po' di lato

invece di cadere in verticale,

 

oh tu, malnata figlia della serra?

… In verticale, ho detto che è cascata…

In basso… verso… il centro della Terra.

Però la mia capoccia l'ha fermata.

 

M'ha fatto male, perché il peso sale

man man che aumenta la velocità,

rimanendo la massa tale e quale…

ed in Latino, il peso è… Gravità".

 

Per quella fortunata coincidenza

di quella mela che gli cadde in testa

fu fatto un grande balzo nella Scienza,

, per la Scienza fu una grande festa.

 

Diversamente assai poteva andare

se Newton fosse stato un po' più sciocco,

o se si fosse messo a cogitare

a Cuba, sotto un albero di cocco…

 

 

 

 

 

 

E.T.

 

Per migliorar le cose nel futuro

non guasterebbe aiuto dall'esterno.

Per gli Uomini di Fede, di sicuro

l'aiuto può venir dal Padreterno,

 

e, per chi ha fede solo nella scienza,

l'aiuto può venire (e lo ringrazio)

da chi è più avanti, in fatto d'esperienza:

le Civiltà che stanno nello Spazio.

 

 

Guardando in alto, nelle notti belle,

da sempre l’Uomo (e forse gli animali)

s’è chiesto se lassù, tra mille stelle,

ci vivono degli esseri uguali,

 

o magari, se pure differenti,

in grado di pensare come noi,

insomma, Civiltà Intelligenti,

e chi lo sa se un giorno, prima o poi,

 

ci potremo persino incontrare.

Per fare questo, almeno sul momento,

tentiamo intanto di comunicare

e di prendere un appuntamento.

 

Ma, se poi fosse tutta un’utopia?

Se non ci sono Alieni, in realtà?

Prima di lavorar di fantasia

calcoliamo la probabilità

 

che abbiamo d’incontrarci con l’Alieno

usando questa formula inventata

da Frank Drake, il cui nome (più o meno)

ricorda proprio quello di un pirata.

 

Ci dice pressappoco lo scienziato

che il numero di civiltà presenti

in un dato momento è calcolato

dal numero di stelle esistenti

 

moltiplicato per fattori ad arte,

compresi tra lo uno e lo zero,

indicanti, cioè, che solo parte

di quelle stelle è un candidato vero

 

da prendere in considerazione,

(con la tecnologia che c’è al momento)

per attivar la comunicazione,

e prendere il famoso… appuntamento.

 

La formula considera soltanto

L’esistenza di “tipi” come noi,

viventi su pianeti, e pertanto

non esclude che in più ci siano poi

 

esseri Alieni, pure intelligenti,

con cui non si potrà mai conferire,

perché hanno menti tanto differenti

che noi non li potremo mai capire.

 

Dai calcoli, comunque, si deduce

che quasi di sicuro alla distanza

di una cinquantina d’anni-luce

ascoltano gli Alieni con costanza

 

le trasmissioni radio dalla Terra,

e forse qualche Alieno adesso canta

le canzoni contrarie alla guerra

che Pete Seeger cantava nei Sessanta:

 

“Che cosa hai imparato oggi a scuola?”

e “Dove son finiti tutti i fiori?”.

Con questo, resta una questione sola:

che cosa capiranno quelli… fuori?

 

Sapranno trasformare in canzone

segnali provenienti di sicuro 

dalla Terra, ed avranno l’intenzione

d’incontrarci, in un prossimo futuro?

 

Potrebbe anche accadere, dopotutto,

che non ci troveranno sulla Terra,

ché l’Uomo si sarà autodistrutto

inquinando il pianeta, o con la guerra.

 

E, trovando soltanto cani e gatti,

venendo a visitarci, quel Domani,

si chiederanno certo stupefatti:

"Ma dove son finiti questi Umani?"

 

e, imparato l'Inglese nel “cammino”

magari intoneranno una canzon,

cambiando le parole un pochettino,

in queste: "Were are all the Humans gone?".

 

 

 

 

 

Il Lieto Fine

 

Spero di aver esposto in modo ameno

che la Terra bisogna risanare

e, se ci son riuscito, spero almeno

che qualcuno di voi si dia da fare.

 

Le minacce che incombono son molte,

e c’è per tutte qualche soluzione,

in genere difficile, ma a volte,

risolta con la collaborazione.

 

Nel poema ho tentato umilmente

di consigliare il Genere Umano,

anche se, qua e là, sicuramente

mi son lasciato prendere la mano.

 

Ho scritto cose nuove e interessanti,

qualcuna più che ovvia e risaputa,

alcune certo astruse e un po’… pesanti,

ma accompagnate da una rima arguta.

 

Molte altre cose, credo che purtroppo

non ve l’ho scritte, e ce l’ho solo in mente.

Meglio così,ché a volte, a dire troppo,

poi si finisce col non dire niente.

 

Se voi del vostro nonno le lezioni

sul serio veramente prenderete,

e, usando questo “Libro d’Istruzioni”,

la Vita sulla Terra salverete,

 

questo poema passerà alla Storia

come un’opera seria ed importante

e se l’impareranno a memoria

come io… finsi di studiare Dante.

 

E quando nonni voi diventerete

(beh, ci vorrà di certo qualche anno…),

chissà? Alla fine forse voi vedrete

che i nipotini vi ricorderanno

 

come quei “Buoni Nonni” di sicuro,

come quelli che fecero il lavoro

per donare alla gente del futuro

l’inizio d’una nuova Età dell’Oro,

 

e i nipotini, a cose sistemate,

di certo ne vedranno delle belle

e, come avrebbe detto il Sommo Vate,

s'accingeranno a conquistar le stelle.

 

 

FINE

… o inizio…

(dipende da voi)

 

 

 

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