Quelli eran
giorni…
La
storia della mia generazione,
per voi nipoti
quella dei nonni,
si spiega meglio
messa in relazione
con quella prima,
quella dei bisnonni,
che vissero da
giovani la Guerra.
Usciti
dall'inferno ancora indenni,
si misero a
ripopolar la Terra
all'età giusta,
quella dei ventenni.
Dunque i bisnonni,
cari nipotini,
una
volta ripresi dallo shock,
si sposarono,
fecero bambini,
e li crebbero
in base al dottor Spock.
La
sua pedagogia diceva questo:
"Mamma e Papà, sappiate che il
neonato
incomincia a pensare
molto presto
ed affinché
diventi sviluppato,
senza complessi, e
pure intelligente,
non soltanto
lasciatelo pensare,
ma pure agire
assai liberamente:
fategli fare quello
che gli pare".
Il
caso volle che la sua lezione
si diffuse
veloce per la Terra
e piacque molto
alla generazione
che era appena
uscita dalla guerra.
Mamma
e Papà, che avevano subìto
da bambini la
forza del potere
autoritario
imposto dal Partito,
o dal Governo, dove
il tacere
era una
sacrosanta condizione,
avevan visto
quello che succede
quando a pensar per
te c'è la Nazione
e quando presti
ai Capi troppa fede.
Siccome
gli fu imposto, da bambini
di chiudere la
bocca su ogni cosa
passarono alla storia,
nipotini,
come Generazione
Silenziosa.
Giovani
coppie, uscite dall'inferno,
fecero soldi
lavorando duro,
sperando nel frattempo
che il Governo
sapesse lui gestire
il futuro,
ma pensavan dei Capi d'altro canto:
"Lasciamoli giocare, se gli
piace,
alla guerra, finch'è Fredda, ed intanto
prepariamoci
all'Era della Pace".
E
fu così, che 'sta generazione,
senza chiasso, nel
piccolo, in famiglia,
s'accinse ad
insegnare la lezione,
'sì
dicendo ogni giorno a figlio e figlia:
"La guerra è il peggior di tutti
i mali,
mettete l'esperienza
nostra a frutto,
ragionate, non siate
animali,
diffidate dei Capi,
soprattutto".
Con
questa liberale educazione
si rischia a
volte di esagerare
ed, andando più
in là dell'intenzione,
si viene spinti,
invece di guidare,
'ché, se prende il comando il moccioso,
e vuole
caramelle e non la pasta,
mi sa che un bel
ceffone doloroso
lo educa assai
meglio, e non ci guasta.
Così
crescemmo, un po' come una pianta,
ed accogliemmo,
già da adolescenti,
l'arrivo dei
famosi Anni Sessanta,
un decennio di
grandi avvenimenti.
Primo,
la fine del Colonialismo,
l'indipendenza
dell'Africa Nera,
e poi una forma
di capitalismo
verso il Futuro, la
"Nuova Frontiera",
proposta da quel nuovo
Presidente,
un giovanotto
sulla quarantina,
un bel fusto gioviale
e sorridente,
che svegliandosi
un giorno, una mattina,
disse al popolo
degli Stati Uniti:
"Miei cari, se ci assiste la
Fortuna,
dieci anni non
saranno ancor finiti
che arriverà
l'America alla Luna".
Però la Russia,
non pagando il dazio,
nell'Aprile
dell'anno '61
spediva il primo uomo
nello spazio,
e lui, per
pareggiar lo zero a uno,
(la
stessa settimana, bada bene)
tentò di rovesciare
Fidel Castro,
però fece le cose
così bene
che l'invasione,
invece, fu un disastro.
Due
a zero per la Russia, un grosso smacco
che Kennedy
riuscì a pareggiare
l'anno seguente,
quando andò all'attacco
costringendo la
Russia a ritirare
i missili da
Cuba in furia e fretta.
Insomma,
il suo programma progressista
non includeva,
guarda che disdetta,
il disgelo col Blocco
Comunista.
Di
fatto, il Presidente era convinto
che l'Occidente
ed il Capitalismo
avrebbero alla fine
certo vinto
quella partita
contro il Comunismo,
e fu così che
fu, che un bel mattino,
lui dichiarò la
guerra, cosa vuoi,
non a Mosca,
all'Avana, od a Pechino
ma al Viet-Nam del Nord (leggi: Hanoi).
Lui
nel '63 fu assassinato
e Johnson dopo
lui, da successore,
mangiò quel che era
stato cucinato,
di
buona voglia, o forse a malincuore.
I
giovani, però non eran fessi,
glielo dissero in
faccia chiaro e tondo:
"è tutta una questione di interessi,
non c'entra un
cazzo qui salvare il mondo.
Che
t'è successo, da mattina sera,
tutti i programmi
sono andati a monte?
D'improvviso
la tua Nuova Frontiera
è diventata
adesso un nuovo fronte?
Mio
caro Presidente, vacci tu
a far la guerra
al Generale Giap
(quello che aveva vinto a Dien Bien Phu)!".
Era
nata la "Generation Gap",
la Differenza di
Generazione:
i giovani,
educati in base a Spock
avevano imparato la
lezione
fin
troppo bene, e certo fu uno shock
per i maestri, i
cari genitori,
che avevano nei
Capi ancora fede.
A
bocca aperta (e con la lingua fuori)
furono presi tutti
in contropiede.
Invece
di tagliarsi i capelli
a
spazzola, da bravi e con le buone,
i ragazzi si
fecero più belli
con la
pettinatura "alla Sansone".
Il
papà, ch'era stato un buon soldato,
restò allibito e,
forse anche curioso,
chiese al figlio
ribelle e scalmanato:
"Che
ti credi di fare, tu, moccioso?
Mancare
di rispetto alla Nazione
che t'ha donato
la Democrazia?
Mi
spieghi un po' cos'è questa canzone?
Mi spieghi un po' cos'e questa
pazzia?"
"Non
capisci da solo, genitore?
ma, se vuoi
proprio avere la risposta
Eccola qua: vogliamo far
l'amore!".
E
quando ricevettero per posta
la
"cartolina" (quella di precetto),
ne fecero un
falò alla marijuana,
(le ragazze
bruciando il reggipetto
e le mutande -
sotto la sottana).
I
giovani, a cui, alla fin dei conti,
si chiedeva
sacrificar la vita,
gli fecero:
"Che n'è di quei racconti
d'un Era che la
guerra è ormai finita?
Erano
solo fiabe da bambini,
favole non adatte ai
grandi?
adesso son
cresciuto, e che combini?
Mi
chiedi di scordarle, e mi comandi
d'andare ad
ammazzare quella gente
in
nome della Patria, da soldato?
Quei
Gialli a me non m'hanno fatto niente,
vacci tu, a… morire
ammazzato,
e non narrarmi,
quasi un bimbo fossi,
'sta
storia della caccia alla strega.
Se
i Gialli voglion vivere da Rossi
a casa loro, a
me che me ne frega?"
Ordunque, questa mia
generazione,
che fece nei
Sessanta un gran casino
ne aveva
certamente una ragione,
ma cinquant'anni
dopo, un nipotino
osserverà: "I
ragazzi americani
non volevano
andare a far la guerra,
ma nessuno
spediva gli Italiani
o i Francesi a
combatter per la Terra.
Perché
accaddero allora le sommosse,
Parigi,
Dani il Rosso, il Sessantotto,
l'Autunno Caldo,
le Brigate Rosse,
insomma, anche in
Europa, quel casotto?".
La
domanda è di certo pertinente,
ma è difficile
dare una risposta,
forse ce n'è più
d'una certamente
(e
qualcuna inventata a bella posta).
C'è chi dice che la "Rivoluzione
Studentesca" fu un po' un modo di
fare,
una moda, se
vuoi, un'emulazione
dei ragazzi più
grandi d'Oltremare.
Se
c'è del vero in questo, devo dire
che, dopo tanti
anni, certa gente
cerca di limitare e
definire
cose di cui non ha
capito niente.
Io
c'ero. All'età giusta, e la memoria
s'è arrugginita
forse un pochettino,
ma ho visto dal
di dentro quella Storia,
son stato parte
attiva del casino,
e credo,
ripensando alla questione,
che quello che
facemmo, bene o male,
fu solo un
cambio di generazione,
un "cambio
della guardia" naturale.
A
quanto pare, quello che succede
in
Natura (così di prima vista),
è che se avvien
che quella che precede
è una
generazione conformista,
una di quelle che
non fa "cagnara",
che evita le rogne,
una "Silente",
ne segue invece
una "Casinara"
che manda
all'aria l'ordine esistente.
Il
casino risolve, venga detto,
alla
maniera di Alessandro Magno,
i vecchi nodi,
con un taglio netto,
i problemi che
stavano in ristagno,
ma, creandone
nuovi differenti,
lascia le rogne ai
figli, che saranno
di
nuovo conformisti, più prudenti,
e proveranno a
limitare il danno
fatto dai padri
rivoluzionari,
(andati
nel frattempo in pensione),
ma non ci
riusciranno e voi, miei cari,
voi rifarete la
rivoluzione...
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